Cittacotte

 

 

Cittacotte è un laboratorio artistico che, da più di 25 anni, governa l’angolo tra Corso Vittorio Emanuele e Via del Parlamento, a Palermo.

Ormai, una realtà affermata, fa parte dell’identità più intima in questa zona di Palermo, tra il Cassaro ed il vecchio porto, la Cala. Il maestro Vincenzo Vizzari è una persona che trasmette l’amore per il suo lavoro in ogni suo gesto e in ogni suo manufatto. L’attenzione per i particolari eleva le sue architetture in terracotta a un livello poetico aulico.

Gli attrezzi  sul banco di marmo bianco, dove lavora ,rispecchiano la sua personalità, essenziale e concreta, senza inutili fronzoli, ma gioviale.

 

Freaklab: Buongiorno maestro, iniziamo dalle origini.  Qual è stato l’input che da architetto abilitato ed attivo nel lavoro, ti ha portato a scegliere la strada delle Cittacotte?

Vizzari : Tutto è iniziato circa trent’anni fa, a fine anni ottanta, quando un mio carissimo amico mi portò dalla Germania, come regalo, delle casette in ceramica. Ebbi subito l’illuminazione e pensai di farlo anche per Palermo. La mia prima realizzazione fu una palazzina tipica palermitana, con forma in gesso annessa, poi, subito dopo, mi dedicai ai monumenti, chiese, porte ed emergenze architettoniche. La svolta fu nel 1992, quando l’associazione Mutazioni,  che cercava giovani artisti da lanciare, propose di esporre alla Fiera del Mediterraneo i miei lavori nello stand regali artistici di Natale. Fu un gran successo, riuscii a vendere tutto e ad avere numerose richieste. Quindi, presi la drastica decisione di abbandonare il mio  lavoro nello studio di architettura e di dedicarmi, a tempo pieno, alle città cotte.  Questo entusiasmo lo trasmisi ai nuovi lavori che si arricchivano di particolari sempre più curati nella forma e nell’esecuzione.

 

Freaklab: Come ti rapporti con la città e in particolare con i clienti?

Vizzari: Amo intensamente la mia città, la riproduco ogni giorno.
Quando vedo le cose brutte, mi arrabbio e ci resto male. Palermo è un tesoro ricco di spunti e scorci magnifici, ma anche di numerose contraddizioni che, ripeto, mi fanno stare male.

 I miei clienti sono persone di cultura e di ricchezza medio-alta. Il più delle volte piacevoli e divertenti nel dialogo. Sono fiero di pubblicizzare le bellezze di Palermo e di fare in modo che, collezionisti di ogni parte del mondo, dal Giappone all’America, dall’Australia alla Russia, dalla Cina al Nord Europa, dall’Africa al Medio Oriente  abbiano in casa un pezzo della mia tanto amata città.

Freaklab: Propositi per il futuro?

Vizzari: Purtroppo non vedo continuità nel futuro per quanto riguarda Cittacotte. L’idea è nata e morirà con me. Il contesto non aiuta a stimolare giovani, a continuare tali attività.
Il mio lavoro prosegue ed evolve sempre verso una maggiore ricerca della perfezione, quando mi rendo conto che il monumento realizzato ha qualche imperfezione, dovuta alla formatura, vado subito ad eseguire una nuova forma, assicurandomi che non vi sia segno di imperfezione.

Freaklab: Come nascono le tue fantastiche vetrine?

Vizzari: Le vetrine sono delle creazioni artistiche, dove la parte puramente creativa, nata da un’idea profonda e originale, si affianca ai pezzi di Cittacotte . Mi do un tema e una tempistica ben precisa, solitamente per Natale e per il festino di Santa Rosalia. Ho un forte legame con ogni lavoro, ma tengo di più a quelli che nascondono una domanda sociale, che parlano con la città, che denunciano ingiustizie e malesseri.

Freaklab: Sono d’accordo con te, ho avuto la fortuna di assistere alle presentazioni di alcune vetrine, coreografiche, emozionanti, barocche. Penso che siano proprio quelle alle quali tu facevi riferimento che raggiungono in maniera forte e immediata le persone, quelle che hanno lo stesso tuo amore profondo per Palermo, che hanno bisogno di segni, di presenze, di punti di riferimento, di ancore forti per il futuro di questa città in movimento.

 

 

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